“Il buio rubato”: un podcast che parla di inquinamento luminoso

Per ora c’è solo il trailer, ma presto verranno pubblicati i primi due episodi di Il buio rubato, un podcast in cui parlerò di inquinamento luminoso e di cultura del buio. Una produzione di Numi Media.

Il buio rubato non è solo un podcast sull’inquinamento luminoso

Il buio rubato fa parte dello sviluppo di The Light Side of The Night, un progetto che ho fondato qualche anno fa insieme a Max Franceschini e che all’inizio voleva solo essere un portale informativo, per parlare di inquinamento luminoso e dell’esigenza di costruire una cultura del buio. L’inquinamento luminoso, infatti, è un problema ad ampio raggio – con un forte impatto ambientale, peraltro – che però è difficilissimo far percepire come un problema reale.

Il buio non piace. Il buio rientra nel bagaglio delle tante cose che abbiamo messo alla porta anche se fanno parte di noi. Per questo, credo una battaglia contro l’inquinamento luminoso non possa prescindere da una pars construens che va costruita con lentezza e pazienza: costruire una cultura del buio. The Light Side of the Night ha quindi iniziato a evolversi e, da portale informativo, si è trasformato in una base di partenza per piccoli progetti di “impollinazione”. Tra cui, per esempio, la costruzione di tre itinerari notturni che ho costruito insieme a Georama Esplora e che si sono concretizzati nel progetto Si è spento il buio – Sentieri nella Notte illuminata a giorno. 

Il podcast Il buio rubato fa parte di questa evoluzione progettuale. Sarà un viaggio anche questo, esattamente come i sentieri costruiti con Georama e come l’intero progetto The Light Side of The Night sarà un viaggio concepito per informare sul tema dell’inquinamento luminoso ma anche per riflettere, strada facendo, sui mille significati del buio che abbiamo perduto.

Dove ascoltare il podcast Il buio rubato?

Il podcast è prodotto grazie al supporto dell’associazione Numi Media ed è disponibile su Spotify, Audible, Apple Podcast,  Amazon Music, Deezer. 

 

Un progetto per parlare di inquinamento luminoso e di cultura del buio

Sul tema del buio e dell’inquinamento luminoso, ho sempre avuto una vera e propria fissazione. Che ovviamente, nel tempo, si è trasformata in interesse giornalistico. Sei anni fa, insieme a Max Franceschini, ho aperto The Light Side of the Night: un portale di informazione sul tema della light pollution e delle sue conseguenze sull’ambiente ma anche sull’esigenza di costruire (o meglio: ri-costruire) una vera e propria cultura del buio.

Per qualche anno ho scritto, studiato e anche parlato di inquinamento luminoso. Ma a partire da quest’anno, ho deciso di fare un passo avanti e questa decisione ha a che vedere con un’esigenza, personale, di riportare il giornalismo là dove il giornalismo è nato: sulla strada. C’è qualcosa che negli ultimi anni abbiamo persocome mostrano i dati del Digital News Report – e questo qualcosa è la fiducia del pubblico nei media. Un problema complesso e multicausale che, secondo me, con l’arrivo dell’AI non farà che intensificarsi. Che fare, quindi? Come giornalista costruttiva sono abituata a sfoderare, ogni volta che posso, la nostra “sesta W”, il proverbiale “What now?” del giornalismo costruttivo. E la risposta che mi sono data è questa: dobbiamo ripartire dalla strada e tornare tanto a interrogare i problemi quanto a informare “scendendo in campo”.

Quest’esigenza è urgente, a maggior ragione, quando si parla di un problema non riconosciuto e minimizzato come l’inquinamento luminoso. Per la serie: se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto. Ho deciso così di creare degli itinerari notturni per parlare di inquinamento luminoso dal vivo, permettendo alle persone di toccare il problema con mano. Per farlo, ho coinvolto Georama Esplorazioni Contemporanee ed è così che, insieme a loro, è nato il progetto SI È SPENTO IL BUIO – Sentieri nella notte illuminata a giorno. Il primo dei nostri sentieri notturni sarà su Milano e partirà dall’unico cielo stellato visibile in città, la cupola del Planetario. Ma oltre a questo, abbiamo già in serbo altri itinerari. Del progetto, parleremo io e Carmelo Vanadia, di Georama, al Festival del Giornalismo di Ronchi dei Legionari, l’11 giugno. E intanto, nuove idee prendono forma.

Inquinamento luminoso e difesa del cielo buio: perché è urgente contrastare la light pollution

La settimana scorsa, nell’appuntamento televisivo settimanale di cui sono ospite sugli schermi di Teletruria, ho parlato di un tema che mi sta particolarmente a cuore: inquinamento luminoso e difesa del cielo buio.

Sul problema della light pollution e sull’esigenza di alfabetizzazione intorno al tema del buio, qualche anno fa ho creato un progetto insieme al regista e fotografo Max Franceschini. Sul sito The light side of the night abbiamo provato a dare vita a un progetto di “storytelling del buio” declinato nelle tre sezioni: Imparare a leggere il buio – Storie nel buio – La Notte dei popoli.

Come spiego in questo video, parlare di inquinamento luminoso e di cieli bui è molto più difficile che parlare di altre forme di inquinamento. Viviamo, da sempre, immersi in una cultura della Luce che dal secondo Dopoguerra si è progressivamente trasformata in una cultura dell’illuminazione. Difendere il nostro “buio vitale”, contrastare l’inquinamento luminoso e tutelare un bene clamorosamente in via di estinzione come il cielo buio non è un problema di nicchia condiviso da un eccentrico gruppo di astrofili o da controculture darkettone.

Nel mio intervento su Teletruria spiego cos’è l’inquinamento luminoso, quali sono le conseguenze della light pollution sulla fauna notturna e sull’uomo e provo ad abbozzare una timida panoramica sulle soluzioni possibili parlando di chi sta tentando di fare qualcosa.

Piccola e doverosa postilla: difendere il buio non significa sposare il lato oscuro ma cercare di recuperare quel bilanciamento tra Luce e Oscurità che oggigiorno è venuto a mancare. Come sostiene Tanizaki nel suo Libro d’Ombra – parlandone peraltro in modo meraviglioso – difendere il diritto del Buio a esistere significa anche, implicitamente, tutelare il ruolo della Luce.