Giornalista pubblicista, ho collaborato con diverse testate nazionali e internazionali tra cui Millionaire, Affari Italiani, Buone Notizie e ZDF, la seconda rete televisiva pubblica tedesca.
Per Buone Notizie, nel 2014, sono andata a Londra ad approfondire il progetto Constructive Journalism, partecipando al Transformational Media Summit (Parigi, 2015) e aggiornandomi nel corso di workshop tenuti da Cathrine Gyldensted presso l’Università di Windesheim (Olanda, 2016), alla Global Constructive Journalism Conference presso l’Università di Aarhus (Danimarca, 2017) e in Svizzera . Del Giornalismo Costruttivo, condivido in pieno l’approccio di base: la volontà di offrire uno spaccato sulla realtà più complesso rispetto a quello proposto dai media tradizionali. Inclusivo, cioè, anche di quel corposo sottobosco di esperienze costruttive che raramente vengono messe in luce. Giornalismo positivo? Direi di no. Non si tratta, cioè, di parlare solo di gattini e portafogli ritrovati e consegnati al mittente, ma di analizzare anche le notizie negative in una prospettiva costruttiva. Orientata a far emergere non solo il problema, ma anche le possibili soluzioni.
Attualmente porto avanti questo tipo di approccio per l‘Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo (per cui lavoro come docente e come tutor, tenendo anche corsi per l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, del Piemonte, dell’Emilia-Romagna e del Friuli)) e come direttore responsabile di Buonenotizie.it. Nella stessa prospettiva – costruttiva, quindi – ho tenuto diverse conferenze sul tema delle fake news e del debunking, anche con una conferenza-spettacolo, “Dentro la fake news”, che nel 2018 è sbarcata anche sul palco del Teatro Litta di Milano.
Parallelamente – ma sempre secondo un approccio costruttivo – mi occupo anche di quelli che sono i miei principali focus tematici: l’ambiente e l’Artico. I miei articoli sono frutto di viaggi “zaino in spalla” – a piedi e in solitaria – intorno e oltre il Circolo Polare Artico e parlano di sviluppo sostenibile, climate change e trasformazione delle culture autoctone. Dei Paesi che visito (e che cerco il più possibile di vivere) mi interessa mettere in luce le angolature e gli spaccati più inconsueti: il classico squarcio nella tela. E come Proust amo ripetere che “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”
I miei articoli…
AMBIENTE E VIAGGI ARTICI
Cronache artiche. Finlandia in primavera: il senso dei Sami per la neve
Cronache artiche. La notte polare: il suo buio e la sua luce
Cronache artiche. Viaggio in Groenlandia tra luci e ombre
Cronache artiche. Imparare a viaggiare da soli serve ed è un antidoto contro il turismo di massa
Cronache artiche. Terra di Nessuno: ai confini tra Russia e Finlandia
Cronache artiche. Eva Gunnare, la signora delle erbe
La lunga notte del mondo inuit e una scintilla nel buio. Robert Peroni e il progetto Red House
Vi racconto l’altra metà della Groenlandia. Intervista ad Alessandro Belleli
SOCIETA’
Perché la didattica a distanza dovrebbe (e potrebbe) cambiare la scuola italiana
Il giornalismo costruttivo ai tempi del coronavirus: come si racconta una situazione in total black?
Coprifuoco a Parigi: una città deserta o una città diversa da ciò che vi raccontano?
Cop21 e non solo: ecco come i media possono cambiare il mondo
ARTE E CULTURA
Adriana Di Paola, “Vi racconto Monteverdi secondo Bob Wilson”