Fame nel mondo e sostenibilità: come sfamare 8 miliardi di persone?

Oggi, sugli schermi di Teletruria, ho parlato di fame nel mondo e di spreco di cibo. L’impatto del cibo che viene prodotto e buttato via è enorme, con conseguenze facilmente immaginabili sia in termini sociali (avremmo cibo per sfamare 12 – anziché 8 – miliardi di persone ma la fame continua a mietere vittime) sia dal punto di vista ambientale (cibo buttato via = emissioni).
La soluzione? Ridurre gli sprechi sia sul piano individuale (il 61% del cibo viene buttato via in ambito domestico) sia a livello macro.
Detto questo, però, ammettiamolo: lo spreco di cibo dipende anche da cause politiche e sociali che hanno a che vedere con la distribuzione assolutamente impari delle risorse e della ricchezza. Ed è anche da qui che bisognerà partire per ripensare al problema della fame nel mondo ridistribuendo colpe e responsabilità in modo più equo e guardando a soluzioni di reale impatto.
La riduzione degli sprechi funzionerà solo se portata avanti in sinergia con politiche efficaci su altri fronti. Parlarne con gli strumenti del giornalismo costruttivo significa guardare alle possibili soluzioni senza però indorare la pillola e analizzando in modo rigoroso anche gli aspetti più critici del problema.

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